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giovedì 30 novembre 2006

No alla schiena dritta davanti al PC

Un gruppo di ricercatori sostiene che la migliore postura in una postazione informatica richiede di reclinare la schiena, a formare un angolo ottuso con il femore. I principi di ergonomia sono da riesaminare?

(Punto Informatico) Roma - Impiegati curvi sulle scrivanie sfidando le normative sulla salute nel luogo di lavoro, lavoratori chinati in avanti a formare una figura geometrica tutta angoli retti, o adagiati sullo schienale in posizione rilassata. Quale la posizione corretta per il moderno Homo Sedens? Qualsiasi madre non avrebbe dubbi, i ricercatori del Woodend Hospital di Aberdeen (Scozia) nemmeno. Peccato che le due posizioni collidano.
La saggezza popolare occidentale impone una posizione eretta, senza osare sfiorare lo schienale della sedia. Una postura che, hanno osservato i ricercatori, affatica la schiena, causando la cronicizzazione del dolore a coloro che passano molte ore in questa posizione.

"Abbiamo dimostrato che una posizione in cui il tronco e il femore sono angolati di 135 gradi è la posizione biomeccanica più adatta per sedersi, in opposizione alla posizione che forma un angolo di novanta gradi tra coscia e busto", rivela al meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA) Waseem Amir Bashir, medico chirurgo e radiologo che ha partecipato al progetto.

Sono stati esaminati ventidue baldi volontari, senza problemi di mal di schiena, né precedenti chirurgici. Sottoposti all'occhio critico della risonanza magnetica (vedi foto), attraverso un macchinario che ha consentito loro libertà di movimento, si sono individuate le principali tendenze posturali.

C'è lo stravaccato, che è abituato a scivolare verso la scrivania, il computer o lo schermo di turno protendendosi con il collo e ingobbendo la schiena. C'è il disciplinato, in "posizione della mamma", irrigidito a formare un perfetto angolo retto, tale da relegare ad un inutile orpello estetico lo schienale della sedia. C'è il rilassato, che, piedi a terra, reclina la schiena formando un angolo di 135 gradi con il femore.

Distinte le tre posizioni, si sono eseguite misurazioni per osservare quale fosse la posizione meno affaticante e più consona a prevenire dolore e deformazioni.

I dischi intervertebrali, che hanno fondamentale importanza nella biomeccanica della colonna vertebrale, fungendo da ammortizzatori e distribuendo peso e sollecitazioni, sono messi a dura prova dalla posizione eretta a novanta gradi, chiosano i ricercatori. Nella posizione curva, protesa in avanti, invece, si scarica la tensione dalla parte alta della colonna, sovraccaricandone la parte bassa. La posizione angolata a 135 gradi è invece quella che sottopone a minor sforzo i cuscinetti vertebrali, e consente anche a tendini e muscoli della schiena di mantenersi più rilassati.

"Una postura anatomica è essenziale, dato che la tensione scaricata sulla spina dorsale e sui legamenti associati ad essa, a lungo andare, può condurre a dolore, deformazioni e malattie croniche", ha sentenziato il gruppo di ricercatori.

Il mal di schiena fa spendere agli americani cinquanta miliardi di dollari all'anno in cure, è il principale motivo che li costringe a casa dal lavoro ed è la ragione più diffusa di invalidità per causa di servizio, ha rilevato il National Institute of Neurological Disorders and Stroke.

Tendano le orecchie anche i più tiranni datori di lavoro: una postura corretta risparmierebbe agli impiegati dolori e giorni di malattia. Installino postazioni di lavoro ergonomiche, informino i dipendenti e li monitorino con applicazioni spione, quali PostureMinder: i dipendenti non avranno più scuse.

Che i principi ergonomici siano da rivedere? Che sia da ripensare l'attrezzatura da ufficio? "Non siamo creati per stare seduti a lungo", ammette un ricercatore del team di studio.

Gaia Bottà
(articolo originale pubblicato con immagini su Punto Informatico; cliccare sul titolo per la diretta connessione)


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