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lunedì 28 gennaio 2008

CRISI DI GOVERNO: QUALE SOLUZIONE?


LA CRISI DI GOVERNO: QUALE SOLUZIONE?

 
Prima o dopo una nuova legge elettorale sarà necessaria.  Per il momento che fare? Come  scavalcare gli antagonismi? C'è una soluzione  possibile?
E' probabile che al Presidente Giorgio Napolitano  non resterà che sciogliere le camere e indire nuove elezioni  A chiederle sono  in numero maggiore i partiti del centro destra. E' quasi certo che   prima di giungere a questa decisione, il Capo dello Stato  si attenga all'Istituto costituzionale e dia incarico a  qualche autorevole personaggio di espletare  un estremo  sondaggio interpartitico  per verificare se esiste la possibilità di un nuovo governo  limitato nel tempo e nelle sue funzioni.   Noi lo auspichiamo. Regge ancora un qualche  barlume di speranza  contro il prevalere  di tanto pessimismo e  di tanta vivacità di contrasti.   Lo auspichiamo perché  solo un governo limitato nel tempo e nelle sue funzioni  consentirebbe un  ultimo estremo tentativo  di compromesso  per il bene del paese.   
Ma dove sta il bene del paese?  Lo strillano - pensate! - persino i sostenitori di  un nuovo governo Prodi che se ne buggerano di     quel che pensa la  maggioranza degli italiani. Lo strilla Walter Veltroni  perché comprende che  il suo Partito Democratico,  costretto a concorrere ad elezioni immediate,  subirebbe  le ripercussioni  degli errori commessi da Prodi.  Lo strillano  le destre  che non vogliono di contro perdere  la grande occasione di tornare al potere. Il centro è più contenuto ma il suo leader sostiene che il bene del paese sta dalla sua parte.
 Il bene del paese, insomma,  è una bella  mascherina di carnevale  che nasconde  gli interessi di potere  da difendere strenuamente. Non sono mutati i sistemi  per la loro salvaguardia. Nei sessant'anni di vita della Costituzione democratica, nessun governo ha mai fallito in questo obiettivo, ad eccezione  a nostro avviso del primo governo   De Gasperi,  dimostratosi  sicuramente cosciente dei gravissimi problemi dell'immediato dopo-guerra.
A noi sembra che nessuno debba sentirsi  delegato a  difendere gli interessi del paese, nemmeno il Capo dello Stato al quale, seppur  uomo di parte, si deve riconoscere gli sforzi lodevoli  compiuti  sinora affinché il nostro paese ne traesse  il bene migliore. Ed è  dunque al Capo dello Stato  che il paese si rivolge  augurandogli di riuscire a trarre da questo scontro di interessi  una  formula accettabile  da tutte le parti. Un governo  a tempo  prestabilito  e con la sola funzione di tentare un accordo su una nuova legge elettorale sembra la sola via  d'uscita.  Così si potrà verificare  a chi sta davvero a cuore  il bene del paese. Un governo siffatto  non ha  bisogno di struttura  se non  un numero  minimo di ministri  tecnici per  la normale amministrazione. Il punto nevralgico, a nostro avviso,  e condizionante  del lavoro da svolgere  è  l'accordo che le parti  dovranno trovare sul tipo di legge  elettorale, nel senso che non vi debba essere  nessun tipo di  sistema elettorale - né quello tedesco né quello francese né     quello spagnolo -  ma  un  tipo italiano di  sistema,  a comporre il l quale debbano essere invitati tutti i cittadini  mediante una consultazione popolare.
Nella home  page del  sito di Popoli Nuovi  www.popolinuovi.it  vi è un link dal titolo "Una riforma elettorale da fare assieme".   C'è bisogno di coraggio  per le innovazioni radicali.  Questo giornale ha  fatto con buon anticipo  la sua parte.  A maggior ragione, in questo delicato frangente politico, continuerà  a farla. 
                                                                                                                                POPOLI  NUOVI




From: Furio Porzia <furio.porzia@poste.it>

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