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mercoledì 9 agosto 2006

LA CARD AMBIENTALE

Sebbene sia un'iniziativa lodevole, d'altronde ormai il progresso è inevitabile, un certo timore la Emissary Card lo incute. Non fosse altro per il fatto che andrebbe ad occuparsi della nostra privacy dal punto di vista consumistico, anche se in termini ambientali.

E non so' quante persone sono disposte a farsi monitorare le proprie abitudini.

Il progetto Emissary Card, ideata dalla Design Stream e da Sven Vogel, consiste in una card intelligente che combina il concetto di smart card con una tecnologia di screening flessibile e un card chip di prossima generazione.

La card è un contratto atipico, una specie di permesso ambientale o meglio una sorta d'impronta ecologica individuale, utilizzata per "verificare ed eventualmente correggere" il tasso d'inquinamento personale; indi per cui "esplorare" l’atteggiamento dell’uomo nei confronti della natura.

Lo scopo, naturalmente, consisterebbe nell'aiutarlo a scegliere prodotti e comportamenti a basso impatto ambientale.

All'utente viene assegnata una determinata quantità di energia da usare ogni mese, energia che utilizza servendosi dei "carbon credits" che vengono spesi secondo il proprio " impatto ambientale".

Ad esempio, per chi utilizza spesso l'automobile per muoversi o per chi usa l'aereo con frequenza spenderebbe i propri carbon credits più velocemente di chi usa la bicicletta o si muove servendosi del treno. E' altrettanto vero che chi possiederà un'automobile di nuova generazione, addirittura "ecologica o elettrica", risparmierà sia sul carburante che sull'impatto ambientale, a differenza di chi possiede ancora una vecchia vettura a benzina o diesel.

"Le persone che hanno un alto impatto sull’ambiente consumano prima il loro credito e pagano delle penalità per ogni ulteriore impatto, pagando un prezzo più alto per i prodotti e i servizi che hanno conseguenze negative sull’ambiente", ha spiegato Chaz Mandra di Design Stream.

"Immaginate un Paese dove la valuta sia il carbone", ha spiegato il ministro dell’Ambiente britannico David Miliband "quando compriamo elettricità, gas e carburante usiamo i punti carbone oltre alle monete. Per aiutare a ridurre le emissioni dannose per l’ambiente, il governo potrebbe fissare dei limiti sulla quantità di punti spendibile".

Ad ogni persona verrebbe data la stessa quantità di carbon credits e per i più sensibili al tema ambientale globale, quelli che riusciranno magari fruttarne un risparmio, verrebbe data l’opportunità di rivenderli alla banca, così come le grandi industrie con l' emission trading, cioè lo scambio dei diritti di emissione di gas a effetto serra, in base alla Direttiva 2003/87/CE .

Secondo il ministro britannico, la Emissary card potrebbe essere una buona alternativa alla tassa sulle emissioni di gas serra.

FONTE: Il Professor Echos

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