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sabato 28 aprile 2007

Il pianista Giuseppe Albanese ... vitalità sovrana


La stagione dei concerti della Fondazione Petruzzelli si è conclusa ieri sera con un concerto di alto livello. Ad esibirsi è stato il pianista Giuseppe Albanese, ventottenne calabrese vincitore di numerosi concorsi pianistici internazionali fra i quali il “Vendome Prize” del 2003 che ha avuto come presidente di giuria Sir Jeffrey Tate.La sua gioventù traspare con forza sul palcoscenico, Giuseppe Albanese ha una grande energia ed una incredibile vitalità, non si risparmia minimamente e sembra che la musica stessa lo ricarichi di tutta l’energia sprecata.Alla fine della prima parte c’era da chiedersi come Giuseppe avrebbe affrontato la seconda avendo eseguito un pezzo di grande virtuosismo e difficoltà tecnica coronato da una fuga finale per la quale sono necessari non solo buoni muscoli, ma anche ottimo cervello.Il pezzo in questione sono state le Variazioni e Fuga su un Tema di G.P. Telemann op. 134 di Max Reger (1873-1916), compositore tedesco che non può essere paragonato ai grandi compositori ma brano nel quale Giuseppe ha potuto mettere in luce tutte le sue qualità di virtuoso, tant’è che a suonare non sembrava un solo pianoforte ma dieci messi insieme.Per non parlare della velocità del braccio nei ribattuti alternati delle braccia, erano talmente veloci che della mano rimaneva solo la scia come in una fotografia mossa e sfuocata.La seconda parte ha presentato brani dei grandi compositori che il pubblico non si stancarebbe mai di ascoltare:la Polacca-Fantasia op.61 di Chopin (1810-1849), la “morte di Isotta” di Wagner-Liszt (1811-1886), L’isle joyeuse di Debussy ( 1862-1918) e La Valse di Maurice Ravel (1875-1937).L’interpretazione di Chopin molto ispirata nel suono e nel fraseggio è stata coerente e unitaria, Giuseppe Albanese è stato capace di dare una logica consequenziale alla Fantasia che dal punto di vista formale è molto complessa e libera.La “morte di Isotta” è sempre emozionante, i tremoli della mano sinistra sembravano foglie mosse dal vento e con grande temperamento il pubblico ha potuto sentire la tragicità della disperazione dell’amore e della morte.Grande euforia e gioia per Debussy, ricerca timbrica e slancio emotivo. La Valse di Ravel che è uno dei pezzi più virtuosistici del repertorio è stato eseguito in tutto il suo turbinio di danza, con richiami ben evidenti ai timbri orchestrali, cosa c’è di più geniale di una tale composizione?Il pubblico ha acclamato Giuseppe che ha concesso due bis, il sognante Notturno per la mano sinistra di Scriabin e le spiritose Scintille di Moszkovsky-Horowitz. A Giuseppe tutti i nostri auguri per una carriera in crescita.
Viviana Velardi

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