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domenica 31 gennaio 2010

Un nuovo condono Edilizio nel decreto legge "Milleproroghe"?

 
 

DL "MILLEPROROGHE" CON 'SORPRESA': SPUNTA UN NUOVO CONDONO EDILIZIO


di Mariano Di Trolio



In questi giorni il Senato della Repubblica – ed in particolare la I Commissione permanente "Affari costituzionali" – sta affrontando l'iter del processo di conversione in legge di un decreto molto composito ed eterogeno, meglio conosciuto con la definizione di "Milleproroghe". Il decreto legge n. 194 è entrato in vigore il 30 dicembre 2009, lo stesso giorno della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.


È composto di 11 articoli e tratta, nel dettaglio, i seguenti argomenti:


- Articolo 1: proroga di termini tributari, nonché in materia economico-finanziaria;

- Articolo 2: Proroga di termini in materia di comunicazione, di riordino di enti e di pubblicità legale;

- Articolo 3: Proroga di termini in materia di amministrazione dell'interno;

- Articolo 4: Proroga di termini in materia di personale delle Forze armate e di polizia;

- Articolo 5: Proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti;

- Articolo 6: Proroga di termini in materia sanitaria;

- Articolo 7: Proroga di termini in materia di istruzione;

- Articolo 8: Proroga di termini in materia ambientale;

- Articolo 9: Proroga di termini in materia di sviluppo economico;

- Articolo 10: Istituti di cultura all'estero;

- Articolo 11: Entrata in vigore .


In questo contenitore confuiscono, ormai tradizionalmente, tutta una serie di misure che nulla hanno in comune fra di loro. Questi provvedimenti "omnibus" sono particolarmnete 'pericolosi' in quanto, molto sovente, diventano la sede di sgradite sorprese. Quest'anno si segnalano alcune decisioni, a nostro avviso, molto gravi.


La prima segnalazione da fare riguarda la proroga dello "scudo fiscale" al 30 aprile 2010. La riapertura scatta dal primo gennaio al 28 febbraio 2010 con aliquota al 6% delle ricchezze rimpatriate o regolarizzate e una seconda proroga è scadenzata dal primo marzo al 30 aprile con aliquota al 7 per cento.


Questo punto era già presente nel corpo del Dl 194 ed è già stato evidenziato da molti media. Con questa reiterazione, lo "scudo" perde la natura una tantum che è propria degli analoghi (anche se, ad onor del vero, molto più severi) strumenti adottati negli altri Paesi europei e negli Stati Uniti d'America e diventa uno strumento quasi ordinario con cui fare "cassa". Alla profonda ingiustizia che caratterizza, indiscutibilmente, questa prassi si accompagnano gli effetti nefasti (ampiamente affrontati sui quotidiani economici specializzati) nella lotta all'evasione fiscale e, su un piano ancora più grave, si infligge un colpo durissimo al lavoro dei tanti magistrati che si dedicano instancabilmente alla lotta contro le organizzazioni criminali più pericolose. Il riciclaggio del danaro 'sporco' è una conseguenza innegabile ed inevitabile di questo strumento. La prima fase ha fatto incassare allo Stato circa 5 miliardi di euro mentre i capitali complessivamente rientrati sono stati pari a circa 95 miliardi euro. Un bel regalo di Natale per gli evasori italiani che, su importi di diversi milioni di euro, hanno dovuto pagare la misera aliquota del 5% anziché quella 'naturale' del 43% oltre che naturalmente nessuna sanzione.


Ulteriori motivi di preoccupazione sono emersi nell'ambito dei ben 664 emendamenti presentati al Senato nella fase di conversione, ora all'esame della Commissione Affari costituzionali che concluderà il suo esame il prossimo 2 febbraio. Il Presidente della Commissione Vizzini (Pdl) ha stralciato la metà degli emendamenti all'articolo 1 del Dl 194/09. È stato, inoltre ritirato da Malan (Pdl) l'emendamento che voleva far entrare nel Milleproroghe il cosiddetto decreto Calderoli sul rinvio al 2011 del taglio delle poltrone dei consiglieri comunali e provinciali. Il Dl era stato nel frattempo già pubblicato in Gazzetta Ufficiale e viaggerà su un binario autonomo alle Camere per essere convertito in legge.


Tra gli emendamenti presentati se ne segnalano due che ripropongono in forma implicita (il primo) ed espicita (il secondo) un nuovo condono edilizio.


Il primo emendamento, a firma di Malan (Pdl), prevede che le leggi regionali emanate in attuazione dell'Intesa sancita dalla Conferenza unificata nella seduta del 1º aprile 2009, relativa a misure per il rilancio dell'economia attraverso l'attività edilizia, possano «prevedere, con disposizioni aventi validità temporale definita, interventi di trasformazione edilizia e territoriale, in particolare mediante il riconoscimento di forme di incentivazione volumetrica e di semplificazione, anche in deroga alle norme e agli strumenti di pianificazione vigenti in materia territoriale e urbanistica». (Su questo si può vedere, più diffusamente, Ilsole24ore.com del 29 gennaio 2010). Si tratta, evidetemente ed inconfutabilmente, di un condono mascherato.


La proposta di un esplicito condono edilizo è contenuta nel secondo emendamento di cui sopra, a firma dei senatori del Pdl Carlo Sarro e Vincenzo Nespoli. Inizialmente l'emendamento recava la firma in calce anche di Incostante (Pd) che poi, in seguito, l'ha ritirata.


Il condono riguarda alcuni abusi edilizi commessi anche prima del 2003 (con una valenza fortemente retroattiva, dunque). Se l'emendamento verrà accolto, gli interessati potranno presentare domanda entro il 31 dicembre 2010. La norma cancella anche i paletti degli abusi commessi ai danni dei «beni ambientali e paesistici».


Non manca la sospensione dei procedimenti in atto: «sono sospesi - recita l'emendamento - tutti i procedimenti sanzionatori, di natura penale ed amministrativa, già avviati, anche in esecuzione di sentenze passate in giudicato, fino alla definizione delle predette istanze». (Si veda Ilsole24ore.com del 29 gennaio 2010).


Il Dl "Milleproroghe", dunque, lancia un messagio di ingiustizia e di irresponsabilità. In una fase economica tutt'altro che brillante, difatti, si propone – attraverso lo scudo fiscale – una sanatoria a vantaggio dei più furbi che hanno ben pensato di trasferire le proprie ricchezze in qualche paradiso off-shore, sottraendole così al fisco. Ancora più grave è, come già detto, l'enorme regalo che si fa alle organizzazioni criminali operative nel nostro Paese. Spostandoci sul piano del condono edilizio è incomprensibile come una simile proposta possa essere avanzata immediatmente dopo la gravissima tragedia di Favara e a pochissima distanza dall'ecatombe dell'Abruzzo. C'è solo da augurarsi che almeno il condono edilizo venga boloccato grazie ad un'azione coesa delle opposizioni e alla sensibilità di taluni settori della maggioranza (contro il condono si sono già pronunciati il fininiano Fabio Granata e Santo Versace) oltre che, naturalmente, ad un intervento deciso e consapevole dell'opinione pubblica tutta.

 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

1 commento:

  1. Non è un nuovo condono. Non c'è niente di retroattivo. E' una riaperura dei termini del vecchio condono e la soppressione di un comma assurdo, che non prevedeva di ottenere i nulla-osta paesaggistici anche se l'immobile fosse conforme al vincolo apposto. Prima di fare demagogia bisognerebbe conoscere i fatti. Poi sulla opportunità o meno dei condono si può discutere, ma dato che è stato fatto, non possiamo demolire le case a tutti per un comma di una legge , scritto male.

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